Metal e Letteratura Baltica (1) la Lituania


Visto che stavo studiando la poesia baltica, ho pensato che fosse innovativo, qui in Italia, proporre un approfondimento non solo sulla loro poesia, ma anche sul Metal ^-^ Iniziamo con la Lituania!

p.s tempo permettendo lo farò anche per altri paesi "che si conoscono poco"

Tratto da




Nota di Lunaria: purtroppo mi mancano alcuni segni grafici per rendere pienamente la lingua lituana, laddove richiesto. Per cui alcuni nomi, soprattutto sulle "c" e sulle "u", presentano inesattezze dovute alla mancanza dei segni grafici sopra le lettere. 
 
Il patrimonio culturale del mondo baltico pagano consisteva nella mitologia e nella cultura orale, di cui resta ancora oggi traccia in racconti e canti popolari. Perciò qualsivoglia storia delle letterature baltiche, per quanto breve, non può prescindere dell'ampio patrimonio dei canti. Essi costituiscono la fonte privilegiata per conoscere il passato dei popoli del Baltico, i loro usi e costumi pagani, la loro visione del mondo, cui fanno frequente riferimenti antropologi, etnologi e linguisti. Pervenutici in numero enorme, questi canti, alcuni dei quali risalgono all'epoca precristiana, datano a partire dal XIII secolo. Come ricorda lo studioso lettone Walters: "Le dainas (*), i canti popolari lettoni, sono comparabili ai più bei poemi della letteratura mondiale. Si cantavano in Lettonia molto tempo prima che la Francia vedesse nascere i trovatori e la Germania i Minnesanger, molto prima del secolo di Dante e di Chaucher, in un'epoca in cui la Russia non aveva ancora prodotto i cantari delle geste di Igor". Caratterizzati da un accentuato lirismo, i canti popolari baltici sono componimenti in genere molto brevi, di 4-5 versi, con prevalenza di temi naturali e familiari, talvolta satirici o guerreschi, talvolta erotici.

I secoli di maggiore splendore del Granducato di Lituania non produssero una ricca letteratura scritta. Ciò si spiega con le vicende interne della storia lituana, soprattutto con l'evangelizzazione che fece filtrare i primi elementi di cultura occidentale.
La Riforma fu invece, per lo stato lituano, un grande evento letterario oltre che religioso. Il primo libro lituano fu il "Catechismo" del 1547.
Il XVIII secolo si caratterizzò per un più accentuato influsso tedesco e polacco sui territori lituani. Ruigys (Ruhig) pubblicò un lavoro sulla lingua lituana che riscosse grande successo negli ambienti colti: le prime raccolte di dainos furono molto apprezzate in tutt'Europa: ammirate da Lessing e da Herder, vennero utilizzate anche da Goethe.
Isolata spicca la figura di Donelaitis, personalità poliedrica che proprio nella fase di più dura soggezione politica del paese compose in esametri il poema "Metai" ("Le stagioni dell'anno"), capolavoro della letteratura lituana.





"Le allegrie della Primavera" di Kristijonas Donelaitis

Già il sol di nuovo, arrampicandosi, la terra svegliava
e le fatiche del duro inverno frustrando, rideva.
L'inutil opra in ghiaccio ghermì dell'industrioso gelo
e spumeggiando ovunque la neve si ridusse a nulla.
Tosto novel vigor ai campi le tepide aure davan
e a nuova vita l'erbette ridestavan d'ogni sorta.
Or i cespugli e le macchie tutte a vita si svegliarono,
nelle campagne le valli e i colli il cappotto gettarono.
E tutto quel che, nel lago vivendo, svernato aveva
o nel cespuglio suo caro l'inverno a dormir passò
a frotte tutti accorsero a salutar la primavera.


Il periodo successivo prese il nome di "Spaudos draudimas", dal termine indicante il divieto di stampa decretato dalle autorità zariste dal 1864 al 1904, anche se libri, riviste e giornali vennero così eroicamente introdotti in Lituania da circa 2000 "Knygnešiai", ossia "portalibri". La prosa prevale sulla poesia: Daukantas scrive "Büdas senovès lieuviu" ("Costumi degli antichi lituani", 1845) e "Istorija žemaitiška" ("Storia della Samogizia", 1893-1897) mentre Valancius fu autore di opuscoli su temi agricoli ed educativi. Temi tipici del Romanticismo sono contenuti nell'opera "Anykšciu šilelis" ("Il boschetto di Anykšciai", 1858-1859) di Baranauskas che celebra a un tempo la bellezza della natura, la nostalgia del passato e il desiderio di patria.

Intanto nella Lituania minore, soggetta all'influenza tedesca, si organizzava il movimento nazionale lituano. Esponenti di spicco furono Basanavicius e Maironis, Kudirka (autore dell'inno nazionale lituano) e žemaité. Altre personalità estranee a questa corrente furono Tumasvaižgantas, autore di "Pragiedruliai", "Raggi di sole", che descrive le differenze etnografiche lituane, e Vydunas, scrittore di ampi interessi sconfinanti nel misticismo e nella teosofia indiana.

Nel 1904, quando fu finalmente concessa la libertà di stampa, apparvero molte nuove riviste letterarie: fra i nuovi nomi, spiccano quelli di Biliunas e Vienuolis, e fra i poeti, Herbaciauskas e Girà.
Molti importanti sono anche Mykolaitis-Putinas, autore del romanzo "Altoriu šešely", "All'ombra degli altari" (1933), e Krėvė- Mickevicius, che seppe dar vita a un'originale sintesi di elementi realistici, misterici e leggendari. Sruogà, poeta mistico panteista, scrisse "Dievu miškas" ("Il bosco degli Dei", 1957) ambientato nel campo di concentramento tedesco di Stutthof. Binkis animò il gruppo futurista dei cosiddetti "quattroventisti". La corrente letteraria chiamata "Trecias frontas" ("Il terzo fronte"), di tendenza comunista, fu impersonata da Boruta, autore del romanzo "Baltaragio malunas" ("Il molino di Baltaragis", 1945). Altri autori: Brazdžionis, ricco di accenti biblici e profetici, Miškinis, cantore di temi nazionali e rurali e la poetessa Nėris,  portavoce della nuova lirica femminile.
Con i primi anni '40 la situazione precipita e molti intellettuali partono per l'esilio volontario; ma nei campi profughi prosegue l'attività letteraria (Macernis, Nyka-Niliunas, Bradunas, Nagys, Kėkštas, che negli anni precedenti avevano inaugurato il filone esistenzialista).
škėma compone il suo romanzo "Balta drobulė" ("Il sudario bianco", 1958). Infine ricordiamo lo storico dell'arte Baltrušaitis, lo studioso di mitologia baltica Greimas, il filosofo e teologo Maceinà.
Quando la Lituania divenne repubblica sovietica, si impose la linea del realismo socialista: Mieželaitis riscosse un ampio successo con "žmogùs" ("Uomo", 1962); altri nomi sono Avyžius e Marcinkevicius.
Negli anni '80 la narrativa divenne lirico-psicologica, ironica, simbolica-allegorica: Aputis, Granauskas, Mušinskas, Radzevicius e i poeti Bložė, Juškaitis, Gedà, Strielkunas, Vaiciunaitė, Martinaitis, Venclova.


(*) I baltici amano cantare. Non c'è festa o ricevimento che si rispetti in cui non s'intoni qualcuno dei melodiosi e malinconici canti popolari (dainos in lituano, dainas in lettone, rahvalaule in estone). Quella del canto è anzi una delle maggiori caratteristiche panbaltiche, che cancella i distinguo di ordine geo-politico o etno-linguistico attraverso i quali cerchiamo di comprendere la variegata realtà di Baltico in tutte le sue sfaccettature.
La datazione dei canti popolari baltici non è sempre facile ma spesso nei loro testi possiamo ritrovare conservate informazioni sulla cultura materiale e la visione del mondo degli antichi Balti. Se infatti, nonostante la loro arcaicità, le lingue del Baltico sono attestate in versione scritta soltanto dal XVI secolo, il canto popolare rappresenta il continuum ininterrotto della tradizione orale, ben viva dall'epoca preistorica fino a oggi. Anche le feste popolari delle genti baltiche, che si richiamano direttamente a riti pagani, sono molto significative. Hanno quasi sempre un ciclo stagionale, legato alla semina, alla mietitura, al cambio delle stagioni: per ogni circostanza vi sono specifiche danze, canzoni, melodie.


Nota di Lunaria: alcuni lettori si chiederanno "ma in Lituania si suona  Metal??" ... chi ha buona memoria si ricorderà forse i più famosi, apparsi anche su Grindzone nel lontano 1999 (se non erro): gli Anubi:



Autori di un Metal atipico e "teatraleggiante" cantato in lingua originale (date uno sguardo ai titoli... 



c'è da sentirsi male al solo tentare di sillabarli, eh?!); sono sciolti da anni, da quando uno di loro è annegato.



Ma girando su Metal Archives se ne trovano altre di band (circa 170 o giù di lì).

Segnalo:

le Antigonė formate nel 2000, probabilmente la prima band all-female dalla Lituania...



mhhh... onestamente, forse sono più carine che non talentuose musicalmente (difatti da quel che leggo "hanno vinto un festival grazie a una "charmingly occult appearance", citando proprio dalla recensione in questione... e i maligni commenteranno che lo avranno vinto soprattutto grazie al bel faccino da maliarde affascinanti... più che non per meriti musicali)...  Anche perché dal sound, peraltro registrato in modo davvero rozzo, non si capisce bene dove vogliano andare a parare, facendo il verso ora alle Aghast ora alle The Vyllies ora alle Astarte ma senza il talento compositivo di costoro... comunque, se volete sentire come suona il lituano con questi coretti femminili tra l'isterico e lo scream che cercano di imitare (!!!) la Diamanda Galas di pezzi come "Let's Not Chat About Despair", gustatevi la loro "Jonukas ir Elenytė"...  



Abbiamo poi i Pergalė, 



autori di un Black atipico con qualche guizzo Gothic Metal vecchio stile e il cabarettistico/improvvisato (mhhh, che sia una cosa tipica dei lituani, 'sta mania del "teatraleggiante improvvisato cabarettistico"??)
Come sono? Bhè, diciamo che nel Black Avantgarde c'è di meglio, comunque... vabbè, date un ascolto anche loro, già che ci siete! 




Infine, i Saprophytes



Gothic Rock dalle parti dei Sentenced (il singer comunque sfodera un mezzo-growl, non siamo dalle parti di un Ville Valo, per fortuna, che ci frantumi gli zebedei...) con qualche citazione alla 69 Eyes del periodo "Blessed Be" nelle (rare) parti più "suadenti" dove il singer gioca a fare il recitato da "bel tenebroso alla Jirky", niente di eccezionale e nulla che resterà in testa soprattutto quando non si è dei lituani, ma indubbiamente meglio degli altri due gruppi, anche se ci troviamo di fronte ad un gruppo nella media, anzi, a voler essere puntigliose, nella sotto-media, visto che esistono appunto band più brave, in questo genere... 




Mentre qui riporto qualche info, in sintesi, al riguardo dell'antico Paganesimo Baltico


La religione degli antichi Balti fu l'ultimo culto pagano d'Europa. Essa possedeva caratteristiche peculiari e un pantheon indoeuropeo tutto proprio. La religione degli antichi Estoni condivideva invece le credenze pagane comuni agli altri popoli finnici.
La più antica attestazione sulle religione degli antichi Balti risale a Pietro da Duisburg (XV secolo) il quale annotò: "I Prussiani adoravano come Dio ogni creatura e cioè il sole, la luna e le stelle, i fulmini, i volatili persino i quadrupedi, fino alla rana". Da questa descrizione deriva che essi adoravano una schiera numerosa di Dei naturali minori, mentre altre testimonianze ci danno notizia di una divinità superiore, cui tutte le altre erano subordinate. Così Maletius (XV secolo) narra di "un colle presso i Samogizi, nei pressi del fiume Nauvas, sulla cui cima era tenuto acceso da un sacerdote il fuoco perpetuo in onore di Perkunas, che da quel popolo superstizioso è ancor oggi ritenuto signore dei fulmini e delle tempeste"
Anche la classe sacerdotale, cui potevano appartenere entrambi i sessi, doveva essere organizzata gerarchicamente: "Nel mezzo di questa perversa nazione, e precisamente in Nadrovia, v'era un luogo detto Romow, dove abitava un tale detto Criwe, che quelle genti rispettavano come un papa, poiché come il papa regge la chiesa universale dei fedeli, così dal cenno e dal mandato di costui erano governate non solo dette genti, ma anche i Lituani e le altre nazioni della Livonia [...] I Prussiani credevano nella risurrezione della carne; non così come avrebbero dovuto. Infatti pensavano che se una persona era nobile o ignobile, ricca o povera, potente o debole in questo mondo, tale sarebbe stata anche nell'altro; perciò accadeva che insieme con i cadaveri dei nobili si bruciassero le armi, i cavalli, i servi e le serve, i cani da caccia, gli uccelli rapaci d'uso venatorio e altre cose" (Pietro da Duisburg)

Il primo a fondare una chiesa e a condurre opera di conversione fu l'agostiniano Meinhard, intorno al 1170. Il suo successore fu ucciso dai pagani, ma [...] col vescovo Alberto furono organizzate ccrociate e venne costruita la cattedrale di Riga (1201); venne anche creato un ordine di monaci-soldati ("Ordine dei Portaspada"). Grazie ai drastici metodi di evangelizzazione militare la pur viva resistenza dei pagani fu stroncata nel sangue, e in breve germanesimo e cattolicesimo presero solidamente piede in Livonia.


(Sì, RIPORTIAMO LA PROVA CARTACEA, SI SA MAI CHE QUALCHE CRISTIANO DEBBA METTERE IN DUBBIO....)


Altro approfondimento tratto da





Il nome del paese, in lituano "Lietuva", deriva da un fiume che scorre nel territorio lituano. I Lituani sono di stirpe indoeuropea e costituiscono insieme ai lettoni il gruppo etnolinguistico baltico.

Prima della cristianizzazione ufficiale avvenuta nel 1397, la Lituania era un paese pagano e i suoi abitanti adoravano divinità che rappresentavano i fenomeni naturali, come Perkunas, il Dio del tuono. Sono radici che si riflettono nel movimento religioso neopagano Romuva e che da sempre permeano anche le tradizioni della cristiana Lituania. 


Simboli della religione Romuva


Le feste più importanti sono legate ai ritmi della natura e mantengono antichi riti e usanze. Ancora oggi, nella notte di San Giovanni, quando si festeggia l'arrivo dell'estate, la gente esce dai boschi alla ricerca della rugiada e di erbe ritenute magiche e compie riti propiziatori sulle rive dei fiumi.





I Pali Baltici:






Martedì Grasso a Rumsiskes
 

Le feste per il Carnevale sono uno degli eventi più sentiti e popolari in Lituania, quando con l'arrivo di Uzgavenes (letteralmente "Il tempo che precede la quaresima" ovvero il Martedì Grasso) si celebra la fine dell'inverno (More) rappresentato da una figura femminile che viene condotta in processione e poi bruciata in enormi falò. Altrettanto tradizionali sono i combattimenti fra i Lasininis (figure con teste di maiale che rappresentano l'inverno) e i Kanapinis che simboleggiano il rinnovamento primaverile ed escono ovviamente vincitori. I partecipanti ai festeggiamenti indossano costumi e maschere da diavolo, strega, capra, cavallo. 


Nelle case e nei locali si servono frittelle (blynai) e altri piatti tipici.

L'ambra, oro del Baltico
 

Nessuno ritorna da uno dei paesi posti sulla "Via dell'ambra" senza un pezzetto di questa resina preziosa, meglio se nobilitata dall'inclusione di qualche insetto. 



Coppa d'onore in ambra del Baltico, 1820-1850

I giacimenti di ambra della costa baltica, i più ricchi d'Europa, si formarono nell'Eocene (45-50 milioni di anni fa) nei depositi alluvionali dei fiumi che provenivano dalla Fennoscandia, a quel tempo coperta di boschi di conifere. Una leggenda lituana dice invece che l'ambra proviene dal palazzo della regina del mare mandato in frantumi da Perkunas, il Dio del tuono, come punizione per aver amato un povero pescatore: ecco perché non è raro, dopo una tempesta scatenata dall'ira di Perkunas, ritrovare pezzi d'ambra sulle spiagge della costa lituana, specie nella penisola di Neringa e a Palanga. Tacito per primo chiamò i Lituani "Raccoglitori di Ambra".
La storia tra l'uomo e questa preziosa resina fossile ebbe inizio nel Neolitico sulle coste baltiche e soprattutto nella penisola di Sambia, che ancora oggi produce la gran parte dell'ambra in commercio. Per quei popoli nordici fu la moneta di scambio con le genti del centroeuropeo. Fin dall'antichità l'ambra, "Pietra del Sole", è considerata magica e medicamentosa. Nel Neolitico, i popoli baltici la ponevano sotto le fondamenta delle abitazioni. D'ambra erano gli amuleti che proteggevano l'unione familiare (in Lettonia veniva utilizzata per gli anelli matrimoniali) e la salute.





Figure della mitologia nordica intagliate in un blocco di resina. Nella tradizione baltica, l'ambra, con cui si facevano amuleti e che veniva offera in polvere agli Dei, è magica.


 

La Collina delle Streghe

Ci sono luoghi che sembrano predestinati. Lo è sicuramente la "Collina delle Streghe", dalle parti di Juodkrante, sulla costa della Lituania. C'è tutto per creare l'atmosfera: il sentiero è abbastanza tortuoso,  la foresta tanto fitta da togliere la luce... e le favole abbondano. Riferiscono di un posto malefico, dove le adolescenti scomparivano, dove si potevano udire strani lamenti, dove si praticavano misteriosi rituali. A forza di suggestioni si finisce col sentirsi osservati da presenze invisibili (...) Un'ottantina di sculture e un'infinità di storie correlate, specie nei giorni del solstizio, quando la gente del posto è particolarmente sensibile al soprannaturale.

Le sculture in legno sulla Collina delle Streghe sono tutte opere realizzate negli anni '70 da artisti locali e lo stile è un suggestivo mix tra paganesimo e cristianesimo:














Nota di Lunaria: Il timore ma anche l'attrazione che le persone del luogo hanno per questo luogo, ci porterebbe a ipotizzare che era sede, secoli fa, di riti pagani "inconsciamente" ancora presenti nella psiche del popolo lituano. Quanto all'ambra, si potrebbe vedere una sorta di litolatria connessa al suo uso.


vedi anche: https://www.youtube.com/watch?v=67Mr3jjcmN0

Per altre info, vedi: http://www.giardini-mondo.it/penisola-curlandese/173/la-collina-delle-streghe/


Aggiornamento di dicembre 2018:
https://www.linkiesta.it/it/article/2018/07/14/in-lituania-torna-di-moda-la-religione-pagana-ma-i-cristiani-del-paese/38745/