Islanda: Paganesimo, Troll e Black Metal!


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 L'Islanda è letteralmente un paese in divenire: gli elementi naturali lavorano in armonia per alimentare il suo potente laboratorio vulcanico. I geyser spruzzano, le pozze di fango ribollono, i venti artici si insinuano tra i fiordi silenziosi, le torri di pietra si alzano dalle profondità blu del mare e i ghiacciai si fanno strada tra i campi di lava e una tundra impetuosa. 




"Regno mitico governato dagli elfi e dall'energia dell'Artico, l'Islanda è il luogo in cui il passato incontra il futuro in una sinfonia di vento, pietra, fuoco e ghiaccio" (Brandon Presser)


La Storia in breve


Geologicamente giovane, geograficamente indipendente e sconvolta da disastri naturali, l'Islanda si è formata 17 milioni di anni fa. Fu soltanto verso il 330 a.c quando il navigatore greco Pitea avvistò l'isola di Thule, che il resto d'Europa si accorse di questa terra.
I primi coloni temporanei della disabitata Islanda furono alcuni monaci irlandesi. Tra l'850 e il 930 altri coloni giunsero dalla Norvegia e dalla Svezia (il primo a sbarcare fu lo svedese Naddoddur), battezzando l'isola prima "Snaeland" (Terra delle Nevi) poi Garðarshòlmi ("Isola di Garðar") e infine Island ("Terra di Ghiaccio"). Nell'871 il vichingo norvegese Ingòlfur Arnarson salpa verso la costa sud-occidentale e si insedia in una baia accogliente, la futura Reykjavìk ("Baia fumosa"). è probabile che gli antichi scandinavi abbiano scoperto l'Islanda per caso, dopo essere stati spinti fuori rotta dal vento. Curiosamente, il norvegese Flòki Vilgerðarson si orientò grazie a uno stormo di corvi (l'insolito metodo di navigazione gli procurrò il soprannome di Hrafna-Flòki, "Flòki dei corvi"). Fu scelta Reykjavìk come sede ufficiale proprio basandosi su un rituale pagano, secondo il quale i coloni vichinghi, giunti in vista della terra, dovevano gettare in mare le colonne del loro trono ligneo, simbolo dell'autorità e parte del patrimonio personale del condottiero scandinavo. Gli Dei avrebbero sospinto le colonne sul tratto di litorale più adatto alla fondazione di un nuovo insediamento.
Purtroppo, l'Islanda si convertì al cristianesimo nell'anno 1000, ma le antiche usanze Pagane sopravvissero a lungo. Da lì in poi per l'Islanda iniziarono periodi di miseria, invasioni, razzie, persino rapimenti (da parte di danesi, pirati magrebini ecc.) e anche la caccia alle streghe (anche se colpì più gli uomini, che non le donne: dalla cronache che testimoniano 130 casi sappiamo che solo il 10% delle donne venne perseguitato).


La religione Pagana


La religione praticata in Islanda era l'Asatrù, che significa "Fede negli AEsirö" (le antiche Divinità Pagane). òðinn, Þòr (Thor) e Freyr erano le maggiori Divinità venerate in tutta la Scandinavia: òðinn, il Dio della guerra e della poesia, era una presenza forte e intimidatoria. L'Islanda era più devota a Þòr (moltissimi islandesi portano ancora nomi come  Þòrir, Þòrdis, Þòra), Dio che controllava tuoni, venti, tempeste e calamità naturali. Freyr e la sorella Freya rappresentano la fertilità e la sessualità. Freyr portava la primavera, con tutte le implicazioni romantiche del caso, al mondo umano e animale, ed era incaricato dalla perpetuazione della specie.




Gli Islandesi si convertirono pacificamente al cristianesimo ma gli antichi Dei sono tornati in auge presso i seguaci della moderna religione àsatrù. Il contadino, poeta e sommo sacerdote Sveinbjörn Beinteinsson era riuscito a far riconoscere dal governo islandese la legittimità dell'associazione religiosa  ìslenska àsatrùarfélagið già nel 1973.
I due riti principali dell'àsatrù sono il Blòt (sacrificio) e il Sumbl (brindisi, libagione). Al giorno d'oggi i "sacrifici" che hanno luogo durante i solstizi d'estate e d'inverno sono bevute collettive di idromele, birra, sidro

Il Sumbl è un brindisi ritualizzato suddiviso in 3 parti: la prima è dedicata al Dio òðinn (è saggio versare anche alcune gocce per Loki, il lestofante, per prevenire brutte sorprese); il secondo giro è per gli antenati e per i morti onorevoli; il terzo per qualsiasi persona si desideri onorare.

La Letteratura


Curiosamente l'Islanda potrà sembrare distante e brulla, ma la Letteratura islandese è stata fiorente fin dal XIII secolo, con alcune saghe come la saga di Egill, la saga di Ragnarr, la saga di Oddr l'Arciere e la saga di Hrafnkell. In Italia è uscita una raccolta di racconti magici islandesi (1988). Peccato che non l'ho mai visto nelle biblioteche, come libro!
Curiosamente, l'Islandese è rimasta immutata come lingua: vuol dire che un islandese sa leggere e comprendere il norreno di ben 800 anni fa! Le saghe più amate risalgono proprio all'età buia della dominazione norvegese e danese, quindi questi racconti formarono l'identità nazionale del popolo islandese.
Molto amata anche la poesia tipica, detta scaldica, da "Skàld", che presenta notevoli forme espressive, dette "Kenningar": il sangue, per esempio, era chiamato "rugiada dalla ferita". Anche qui, sembra che in Italia sia uscito nel 1984 un volume dedicato alla poesia islandese ("Gli scaldi: poesia cortese di epoca vichinga") oltre all'Edda.
Il motto degli islandesi è: "Meglio scalzi che senza libri"  ("Betra er berfaettum en bòkarlausum að vera")

 
Approfondimento tratto da Phyllis Curott



 Ancora più a nord, le donne erano grandi Sciamane. In Islanda, la Sacerdotessa era chiamata Spakona, dalla parola "spa" che significava "profetizzare". Compiva riti, conosceva le canzoni sacre e sedeva su una piattaforma sollevata che simboleggiava la sua capacità di vedere oltre la realtà. Si diceva che Odino stesso consultasse una veggente per conoscere il suo destino.

L'Islanda, allegoria della Patria


 

I Troll di Grìmsey


Secondo una leggenda locale, l'isola di Grìmsey fu creata da alcuni troll malvagi, ora pietrificati nei faraglioni rocciosi di Drangsnes.




Nota di Lunaria: queste strane rocce  che vengono credute dei troll pietrificati sono bellissime e suggestive!






Con l'intento di tagliare via i Fiordi Occidentali dal resto dell'Islanda, i troll decisero di scavare un fossato attraverso la penisola nel corso della notte. Sfortunatamente per loro, erano talmente impegnati nell'impresa da non accorgersi del sorgere del sole; così non appena i primi raggi apparvero all'orizzonte, i due troll che erano al lavoro all'estremità occidentale del fossato si trasformarono nelle pietre di Kollafjörður. 






La troll femmina che si trovava all'estremità orientale del fossato era quasi riuscita a mettersi in salvo, ma apprestandosi a fuggire si era resa conto di aver lasciato la sua mucca sull'isoletta di Grìmsey, appena creata dalla terra smossa dal fossato: non fece in tempo a tornare a riprendersela che rimase pietrificata in quella posizione, con lo sguardo per sempre rivolto verso la bestia perduta.



Roccia lavica: secondo le leggende popolari molti cumuli di sassi e le formazioni laviche più strane sarebbero in realtà troll che, sorpresi dalla luce dell'alba, si sono trasformati per sempre in pietre. Non penso neanche che sia da escludere una primitiva litolatria comune a tanti altri popoli...

I "pantaloni del morto"


Di tutti i bizzarri reperti in mostra al Museo Islandese della Magia e della Stregoneria, forse il più raccapricciante è la riproduzione in plastica dei leggendari "Nàbròkar", pantaloni fatti con la pelle delle gambe e dell'inguine di un morto. Si riteneva che, una volta indossati, questi pantaloni producessero magicamente del denaro se il "donatore" avesse stipulato un onesto accordo verbale consentendo di essere spellato dopo la morte. Una volta morto e sepolto, il cadavere del donatore doveva essere trafugato nel cuore della notte e nello scroto del morto si dovevano inserire una runa magica e una moneta rubata a una povera vedova. I "pantaloni del morto" portavano una ricchezza incalcolabile a chi li avesse indossati: ogni volta che si aveva bisogno di denaro, bastava infilare la mano nello scroto e... voilà! C'era un inghippo però: chi moriva indossando i pantaloni stregati si sarebbe dannato l'anima, condannata a vagare sulla terra senza meta fino alla fine dei tempi.

Il Piccolo Popolo


Molti Islandesi credono che il loro paese sia popolato da genìe occulte di piccole creature come "Jarðvergar" (gnomi)



 "àlfar" (elfi), "Ljòsàlfar" (fate),  "Dvergar" (nani), "Ljùflingar" (folletti), "Tìvar" (spiriti montani), "Englar" (angeli) e "Huldufòlk" ("Popolo nascosto"); quasi tutti i giardini islandesi ospitano piccole casupole di legno chiamate "àlfhòl" ("Case degli Elfi"). Si ritiene che Hafnarfjörður si trovi alla confluenza di alcune potenti linee di energie mistica e che per tale ragione sia popolata da un numero particolarmente elevato di queste creature misteriose. Hafnarfjörður, la "Città della lava" sorge su una colata lavica risalente a 7000 anni fa e secondo la gente del posto celerebbe un universo elfico parallelo. 
Come in Irlanda, circolano molte storie su come durante i lavori di costruzione di una strada che passava per una collina abitata dall'Huldufòlk il tempo sia improvvisamente peggiorato, i macchinari si siano misteriosamente guastati, gli operai si siano ammalati. Nel 2011 i lavori per lo scavo del tunnel di Bolungarvik sono stati minati da una situazione simile.
I fantasmi islandesi non sono le ombre evanescenti di cui si narra nel resto dell'Europa, sono piuttosto stranamente "concreti": per esempio "ìrafell-Mòri" ("Mòri" e "Skotta" indicano rispettivamente i fantasmi maschili e femminili) ha bisogno di cenare ogni sera;



uno degli spiriti più famosi del paese, Sel-Mòri, trovandosi per caso su un'imbarcazione ha sofferto il mal di mare. I fantasmi islandesi invecchiano: una tristissima Skotta sosteneva di essere talmente decrepita da doversi trascinare sulle ginocchia. 

Cucina


ehm... temo che i piatti tipicamente islandesi non siano di nostro gradimento... mangiare teste di pecore (occhi inclusi), testicoli di montone conservati in siero di latte e carne quasi putrescente di squalo groenlandese (che viene seppellita pure sottoterra per sei mesi, da tanto è immangiabile e indigeribile prima!) non credo ispiri nessuno di noi... la cucina islandese si basa moltissimo su avanzi e frattaglie proprio perché per secoli sono stati esposti a continue carestie e periodi di miseria.

 

Per quanto riguarda la musica, sono universalmente noti Björk e i Sigur Ròs, ma io ho scoperto anche queste due band, 




che usano l'islandese (lingua dura e spigolosa, rimasta praticamente immutata da  800 anni!) nei testi



che titoli, eh? se riuscite a pronunciarli vi meritate una medaglia in glottologia xD

Il genere di riferimento, per entrambi, è il Black Metal di matrice finnica, soprattutto, e qualche spruzzo di velocità svedese. Nulla di trascendentale, personale o geniale, ma ci accontentiamo e applaudiamo all'idea di usare l'islandese al posto del solito inglese.



Misþyrming




Naðra

Meno nota come cosa, e che vi sorprenderà, è che in Islanda il Country va fortissimo! xD

Altre band islandesi di Black Metal sono:


 Fortíð





Niðafjöll (autore di un Black Metal melodico)





e Váboði