Induismo e Symphonic Black Metal!


Sono sempre stata affascinata dalle Dee indù, fin dai 14 anni... quando trovai per caso una medaglietta di Kali 




e provai a leggere i primi libri sull'Induismo. E sono ancora in studio, perché c'è così tanto da sapere su questa religione/filosofia che non basterebbero 1000 vite (o meglio, reincarnazioni...) per conoscere tutto. Ad ogni modo pur considerandomi ancora una neofita, in questi anni ho raccolto qualche studio e colgo occasione per riportarne qualche stralcio, dal momento che proprio dall'India ci giungono alcune fantastiche band Black Metal sinfoniche (e in alcuni casi, c'è anche qualche spunto mitologico interessante!) che mi fa piacere far conoscere in giro. E intanto uniamo l'utile al dilettevole, vedendo qualche approfondimento folkloristico; c'è da dire comunque che l'Induismo, come tutte le ideologie umane, ha i suoi difetti e, nella storia (anche recente), ha compiuto i suoi crimini e che, come tutte le religioni, non è indenne dal fanatismo razzista, misogino e sociale. C'è anche da far notare che ad eccezione del culto a Krishna in salsa europea, l'Induismo non prevede, al contrario del cristianesimo, propaganda da fare "per convertire gli infedeli", difatti la maggioranza degli indù non è interessata a "far conoscere" la loro religione: questo è il motivo per cui in tanti anni sono riuscita a cavare fuori davvero poche parole, quando mi capita di chiedere qualcosa ad un induista! Non brillano certo per zelo apostolico e propagandistico, su questo non ci piove :P 

Per prima cosa, direi di riportare uno schemino introduttivo, tanto per dare un'idea di base... tratto da




Uno degli aspetti in cui si manifesta il multiforme pantheon induista è quello della Divinità Femminile, noto come Devi (forma femminile di Deva, Potenza Celeste, Dio). La Dea Madre è venerata fin dal periodo pre-ario, https://intervistemetal.blogspot.com/2020/09/arte-asiatica-2-lindia-nei-periodi.html
come Divinità connessa alla fertilità e alla terra oppure come ancella e amorosa danzatrice.


La stessa India è considerata come il corpo di Devi, le cui forme corrispondono ad altrettanti elementi del paesaggio. 




Divinità femminili sono tuttora anche i fiumi, come il mitico Sarasvati, che prende il nome dalla Dea della corrente oppure il Gange (Ganga è la Dea che abita fra le ciocche dei capelli intrecciati di Shiva) e lo Yamuna.



In epoca vedica la principale divinità femminile è Aditi, la Dea Madre di tutti gli Dei, spesso identificata con una Vacca. 



Aditi è il principio astratto della Creazione Primordiale, da cui prendono forma le Divinità che simboleggiano i principali elementi della natura.

Un'altra Dea vedica è Usha, Dea dell'alba



Nell'induismo classico la Divinità femminile è stata identificata come la fedele consorte di Brahma, Shiva e Vishnu, ovvero Sarasvati, Lakshmi e Parvati.



Parvati nel suo aspetto triplice: Lakshmi a sinistra, Sarasvati a destra; Parvati, al centro, porta con sé Tridente, Spada e Arco, simboli delle Dee Terrifiche Durga e Kali




Alla Divinità femminile si indirizzano le pratiche delle correnti devozionali che riconoscono in Lei il Principio Assoluto, in considerazione del suo ruolo di Shakti, l'Energia Creatrice di segno femminile che emana dal Dio Shiva ovvero di Colei che rende efficaci gli attributi divini. In questa prospettiva la presenza della Dea come sposa della Divinità appare lo strumento fondamentale per conciliare il carattere di trascendenza dell'essere divino con le sue funzioni immanenti e terrene.

Le immagini positive del Femminino contrastano con le forme terrificanti di Devi. Le più temute e venerate sono Durga e Kali, la nera Dea dalle braccia e dalla lingua rossa, energia distruttiva e Signora del Tempo, custode della legge inesorabile del karma.



Kali danza freneticamente sui corpi dei nemici uccisi per rigenerare la vita attraverso la distruzione. Alla Dea è consacrata la città di Calcutta dove sorge il Kalighat, il più noto dei templi a Lei dedicati.




Il culto della Dea Madre, che gli Arii mutuarono dalle civiltà dell'Indo assoggettate, riemerge nello Shaktismo, la corrente sviluppatosi intorno alla devozione per le Divinità Femminili.

Il sostantivo femminile "Shakti" ("Forza, Potenza") indica la manifestazione femminile del Dio supremo, l'Energia Creativa della Divinità. Il Dio (Principio Maschile) agisce nel mondo attraverso la sua sposa (Principio Femminile) e nel culto della Shakti si realizza il superamento della dicotomia fra trascendenza divina e immanenza terrena. Senza la sua Shakti, il Dio è impotente, inattivo al pari di un morto.





Tra i testi sacri dello Shaktismo vanno ricordati i Tantra. Il massimo sviluppo del movimento tantrico fu raggiunto verso il X secolo.
Nell'India del Nord sorsero numerosi templi in onore delle Dee tantriche, di cui gli esempi più notevoli giunti fino a noi sono rappresentati dai complessi di Khajuraho, con i suoi celebri fregi erotici, e di Konarak.



 
ALTRO APPROFONDIMENTO



Che cos'è l'Induismo? Ecco un quesito al quale è assai difficile rispondere servendosi di una breve formula. L'Induismo, come comunemente lo si intende nelle presentazioni generali, comprende un insieme di dottrine e pratiche religiose che si sono venute formando in India durante l'arco di quattro millenni, a partire dal periodo indo-ariano fino agli sviluppi determinati dagli apporti successivi dovuti sia alle religioni locali, sia all'incontro con altre fedi. Ma, sebbene l'Induismo non sia omogeneo, né praticato da una popolazione di un'unica razza, esso ha, come sua caratteristica precipua, lo stretto legame tra legge religiosa e prassi civile. Il Dharma che è norma religiosa, pubblica e privata, e guida al comportamento nella vita individuale e sociale, si concreta nelle funzioni delle Jati (termine comunemente tradotto con quello di "casta") che a loro volta si riferiscono a cinque grandi raggruppamenti dei varna: sacerdoti, guerrieri, contadini, commercianti, servi. Ogni Jati ha propri usi e costumi e tende a costituirsi in cerchie chiuse, anche se, in pratica, ci sono stati tentativi di riforme socio-religiose in senso di maggiore democratizzazzione. D'altra parte l'Induismo non può vantare un solo fondatore, e neppure una sola dogmatica: essa fa capo ad una pluralità di fonti di cui la più antica è la rivelazione vedica; in epoca di poco posteriore si collocano i testi della tradizione (Smrti) e successivamente compaiono i movimenti teisti con le loro manifestazioni devozionali tra i secoli VII, VIII, IX. Compare inoltre quel fenomeno conosciuto con il nome di Tantrismo, che si articola in parecchie scuole, nelle quali spesso riaffiora il sottofondo "magico" dell'India popolare, sebbene unito a speculazioni di ricca pregnanza filosofica. L'Induismo è caratterizzato dalla tendenza alla sacralizzazione di tutti gli aspetti della vita, mediante la sacramentalità cosmica e rituale e mediante la riflessione e l'invito all'osservanza morale-civile.

Ma vi è, paradossalmente, anche un Induismo senza riti e doveri sociali, ed è quello dei contemplativi (sannyasin) che si dedicano interamente a Dio e alla realizzazione interiore della verità.

Unità e Pluralità dell'Induismo


L'Induismo si presenta oggi come un gigantesco mosaico. Dagli antichi tempi pre-ariani alle Scritture Sacre della Sruti (Rivelazione) alle composizioni della letteratura leggendaria (epica, puranica, tantrica) fino alle opere devozionali e la riflessione filosofica-teologica antica e moderna, assistiamo a una convergenza verso la ricerca dell'Uno, dell'Assoluto (impersonale o personale). Il continuo sforzo verso il raggiungimento delle mete più elevate dello spirito si è dovuto servire di molteplici mediazioni: prima tra queste le creazioni mitologiche; il fatto poi che tale rivelazione contenga in sé una complessità di miti, di suggestioni filosofiche, tentativi di interpretazione posteriore, per stimolare il pensiero verso ricerche più approfondite, ha consentito il permanere di una molteplicità di scuole religiose e filosofiche, ognuna delle quali è, in certo modo, autonoma, perché non sottoposta a una autorità gerarchica. Non esiste dunque un'unica dogmatica, né vi è una catechesi omogenea.

La struttura sociale che fin dagli antichi tempi della penetrazione degli Arii in India (II millennio a.C
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/mohenjo-daro-e-gli-ariani-nel.html) già presenta una suddivisione in classi (varna) che si complica ulteriormente con il moltiplicarsi di caste e sottocaste, regolata ognuna da un proprio diritto religioso e civile (il Dharma).
Non sarebbe possibile comprendere i vari aspetti dell'Induismo se non si tenesse conto dell'incidenza delle altre religioni su esso (buddhismo, jainismo, islam, cristianesimo); la tendenza dell'Induismo è stata assimilativa nei confronti dei culti e delle credenze con cui è venuto a incontrarsi, e in base alla dottrina dello Svadharma (per cui ognuno deve seguire il proprio dharma, la propria religione) ha proposto la equivalenza delle vie della salvezza. Ogni religione è efficace purché venga realizzata, cioè pienamente vissuta, dal fedele.
 

Nota di Lunaria:  che un Induista possa accettare senza problemi che Gesù o Maometto siano, in fondo, incarnazioni divine di Vishnu disceso in terra, è senz'altro vero, ma che un cattolico o un islamico possano accettare di pregare Cristo/Allah col nome Vishnu, ovviamente, è impossibile.

La lettura della Bhagavad Gita è certamente essenziale per chiunque voglia conoscere lo spirito più profondo dell'Induismo; per comprenderlo nel suo insieme occorre tenere presente certe costanti simboliche: il Sole (rappresentato da un disco o da una ruota o dalla croce rotante della svastica), la Montagna Sacra che unisce il cielo alla terra,  le acque del mare, fiumi, stagni; terra, fuoco, vento, pietre sacre (litolatria: vedi l'analisi che ne fa Mircea Eliade in "Trattato di storia delle religioni". Nota di Lunaria), il Linga (Segno Fallico), il fiore di loto (che rappresenta il sorgere della creazione dalle acque), persino il suono (Parola Originaria, la Parola Sacra, il Suono Primordiale)
Le numerose divinità che troviamo in India, possono sconcertare chi non sia abituato alla polimorfia delle manifestazioni divine (Nota di Lunaria: i cattolici si scandalizzano senz'altro a vedere una Dea con un bel seno e belle forme, abituati come sono a vedere un dio vecchio e barbuto seduto su un trono...). Le varie divinità di aspetto animale, forse di antica origine totemica, verranno assunte quali divinità protettrici o avatariche, incarnazioni di un Dio che discende in terra per soccorrere l'umanità. (vedi l'esempio di Vishnu). Assai note sono le divinità indiane di tipo "terrifico", che impersonano le forze negative e oscure del cosmo.


Mito, ragione, contemplazione sono i tre aspetti fondamentali del filosofare indiano, che non si oppongono l'uno all'altro, ma si integrano a vicenda. In India vi sono persino scuole che potremmo definire a-teistiche.

Questi gli Dei del pantheon vedico:


VARUNA = Notte; Dio sovrano, custode dell'ordine cosmico e morale; vede i peccati degli uomini.
MITRA = Giorno. Coadiutore di Varuna, stabilisce l'armonia del cosmo.
SURYA = Disco Solare
SAVITAR = Principio del Moto Universale, indica agli Dei e agli uomini il cammino da seguire, regola l'alternanza del giorno e della notte.
VAYU = il vento che spira nel cosmo e anima gli esseri viventi.
USHA/USAS = Aurora (Dea)

VIVASVANT = Divinità Solare
SOMA = Luna. Bevanda dell'immortalità, divenuta essa stessa un Dio, dei boschi e delle piante.
AGNI = Fuoco, il "Figlio del Cielo", mediatore fra Cielo e Terra
RUDRA = Luce e fulmine. Da lui deriva SHIVA. è signore del bestiame ("Pasupati") e della medicina.
INDRA = Perturbazioni atmosferiche. Dio guerriero accompagnato dai Marut (giovani in armi)

YAMA = Dio della Morte e Inferi, insieme a sua sorella YAMI
RATRI = Dea della Notte.
ADITI = Dea della libertà e dell'infinito.
VAC = la Dea della Parola.
SRADDHA = la Dea della Fede.


Qui un elenco di Divinità adorate oggigiorno:






























Nota bene:


Esistono anche "Le Tre Vie della Liberazione" ma in questo scritto, che vuole essere introduttivo, evito di metterle, sono concetti molto difficili, filosofici e ramificati. Inoltre se devo essere sincera, non è un argomento che io sia interessata a mettere in pratica nella mia vita, quindi mi limito giusto a leggerlo per una conoscenza in generale e di base, ma senza nessuna volontà di approfondirlo nei dettagli e sotto-dettagli.


Scrivo, solo per completezza, che esistono Tre Vie, tre modi di approcciarsi alla Divinità e al modo di vivere:


Karmamarga, la Via dell'Azione
Jnanamarga, la Via della Contemplazione
Bhaktimarga, la Via della Devozione


Queste tre vie a loro volta si ramificano in tante altre "sottovie" o modalità, con pensieri e stili di vita vari e differenti (esempio: ascetismo, vita consacrata, canti e molto altro). Comunque data la complessità di tale argomento, e anche della Yoga, invito, nel caso si fosse interessati ad approfondire, a cercare altri fonti o siti che ne parlino dettagliatamente.

I Testi fondamentali dell'Induismo
 

Il Veda o Rivelazione: è la Scienza Sacra dell'India antica e costituisce, insieme con le sue discipline ausiliarie, il sapere enciclopedico elaborato a partire dalla seconda metà del II millennio a.C. Il Veda si articola in varie parti e comprende: inni sacri, formule sacrificali, incantesimi, testi in prosa, riflessioni filosofiche-teologiche. Il pantheon vedico è formato da numerose divinità ognuna delle quali assolve un determinato compito di carattere cosmico. Shruti o "Rivelazione" che si diramano in Samhita, Rigveda, Samaveda, Aranyaka, Brahmana, Yajurveda, Atharvaveda, Upanishad e altri, dal carattere cosmogonico e riflessivo, non organici e non omogenei. Qui compaiono concetti come creatore personale, o impersonale (a volte), che si evolverà nel concetto di Brahman. Compare anche la dottrina dell'Atman.
Smriti, che raccoglie i Sutra (testi aforistici) concernenti liturgia, diritto, metrica, astronomia.
Bhagavad-gita, il libro più letto e conosciuto, basato sulle domande che il guerriero Arjuna rivolge a Krishna.
Ramayana, altro poema epico, che narra delle vicende di Rama e della sua sposa, Sita, rapita da un demone.
I Purana ("testi antichi") sono divisi in maggiori e minori, e contengono racconti di creazione, incarnazioni divine, genealogie, culti.
I testi Tantra invece esaltano la Dea (Shakti), e se ne riconoscono più di 77. Il Tantrismo è suddiviso in più scuole, e si articola in diversi tipi: da quelli di ispirazione erotica con pratiche sessuali volte all'esaltazione della donna (intesa come incarnazione dell'energia divina), che si riallacciano più o meno ad antichi culti matriarcali.







Nell'Induismo si festeggia anche la festa di Karwa Chauth, celebrata nel nord dell'India. Le donne sposate digiunano un giorno intero e offrono preghiere alla Luna per chiedere prosperità, fertilità, successo, longevità per i loro mariti. Usando un setaccio o un vaglio, riescono a vedere i visi dei loro mariti. 









Anche nell'Induismo, poi, abbiamo miti legati alla Pietra Filosofale e all'Albero Cosmico

 Gli splendidi sari




Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/induismo.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/mohenjo-daro-e-gli-ariani-nel.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/le-madri-scheletro-camunda-krsodari-e.html
Per quanto riguarda la scena Metal, in India si suonano un po' tutti i generi, specialmente Black e Death; qui menziono qualche band davvero interessante :D

Purvaja, che ho anche intervistato ^_^


il suo è un Black Metal ferale, qualche volta condito con dei mantra molto inquietanti... la track migliore è "Ghor Tapasya" 

 



Nell'ambito più sinfonico, segnali gli ottimi Cosmic Infusion (ब्रह्मांडीय जलसेक)
autori di un Black Metal sinfonico e magniloquente


 
Track migliori:
 

"Acronycal Éloge",


"Burial Of Thy Own" (con splendidi cori), 


"Journey" 



e "Gothika"



Anche i Diabolus Arcanium propongono un Black sinfonico di classe, che a tratti ricorda il superbo "Enthrone Darkness Triumphant" dei Dimmu Borgir, anche se i Nostri prediligono toni veloci e non monocordi, calcando molto sull'effetto epico.




Track consigliate: "Ascension", 


"Frozen Dreams" 


e "Herald of Darkness"




Abbiamo poi i Judas Ancestry (यहूदा पूर्वजों) 




anche loro, con ottime atmosfere orchestrali e magniloquenti, dai tratti cimiteriali e barocchi. 


Le vocals però sono più death metal-oriented, ingentilite da una suadente voce femminile. Sarebbe interessante sentire questa voce femminile intenta a recitare qualche mantra, secondo me aumenterebbe davvero l'originalità della proposta della band...

Più incentrati sul Death (con qualche sfoggio di orientalismo) sono i Dhwesha


track consigliata: "Kapala Haara"; potrebbero piacere a chi già apprezza band come Narjahanam.



 I Sinister Violence (भयावह हिंसा)



sono molto cradle of filthiani a tratti (periodo "Dusk and Her Embrace"). Track consigliata: "Armageddon Apocalypse".



Anche gli Spiked Crib con "Lament of the Beast" scelgono di impreziosire il sound Black con intense parti melodiche e d'atmosfera.





Infine, due band che non provengono dall'India, ma che offrono nel primo caso (Kalodin, कालोदिन, dal Nepal) un ottimo Symphonic Black Metal ("Souls of the Dead") dai cori con female vocals di matrice quasi Symphonic Metal;




nel secondo caso, Kartikeya, un Death blackeggiante e tecnico, dai tratti orientaleggianti e indù ("Vedic Metal", appunto)




Infine citiamo anche qualche altra band più "Black Metal old style" o Melodic Black Metal:






Bibliografia che ho consultato:






Per sentirsi dell'ottima musica hindu: http://intervistemetal.blogspot.it/2016/09/hindu-chants-da-sentire.html