Yattafunk (Metal-Funk-Alternative)



[risponde il cantante/chitarrista ritmico Funk Norris (Gabriele Mangano)]

1) Ciao, potete presentarvi ai nostri lettori?

Ciao a tutti, sono Funk Norris, cantante e chitarrista ritmico della band Yattafunk, band romana nata nel 2014 con all’attivo un album, “Yattafunk Sucks” e tanta esperienza live che è una cosa senza la quale non saremmo riusciti a conquistare quello che ho conquistato fino ad oggi.

2) Yattafunk è un nome che esprime, già nel nome, una delle vostre influenze, il funk. Ma che significa quel "Yatta"?

Si, c’è tanto funk, soprattutto nel groove ma anche tanto hard rock e heavy metal. E’ un bel meltin’ pot. Come per il nome d’arte, volevamo un qualcosa che facesse sorridere anche come nome della band, da abbinare inevitabilmente alla parola funk. L’anime Yattaman, con cui noi e tutta la nostra generazione è cresciuta, era perfetto da utilizzare. Da qui Yattafunk!

3) Potete riepilogarci la vostra biografia?

Non ci prendiamo troppo sul serio e sopratutto non ce ne frega assolutamente niente di quello che vuole il mercato. Siamo dei folli che pensano che ancora si può suonare quello in cui si crede, o per lo meno quello che ci pare. Navighiamo nell’underground ovviamente, le persone vengono volentieri ai nostri shows senza pretendere di riempire il locale fino a farlo esplodere chiaramente. Abbiamo ricevuto tante delusioni e abbiamo avuto i nostri momenti di rivincita. Si combatte comunque costantemente contro la legge di Murphy che sembra circondarci quotidianamente quasi.

4) Penso che il pubblico di riferimento che potrebbe apprezzare la vostra proposta, sia quello legato alla scena Crossover e forse anche Nu. Da cosa nasce questa vostra idea, così particolare, energetica e frizzante, di innervare la musica Metal con il funk? Non è qualcosa che si sia visto così di frequente, in lidi Metal. Che io sappia l'unico nome che ha raggiunto un grande successo è stato quello dei Living Colour e ancora più stravaganti, i Primus o i capostipiti Faith No More/Red Hot Chili Peppers.

No, esatto, come dicevo, solo dei folli potevano pensare di riesumare un genere che ha già fallito negli anni ’90 in America. A parte i nomi citati nella domanda e gli Infectious Grooves/Suicidal Tendencies, tutte le altre band sono quasi scomparse se non del tutto. Per fortuna fare musica deve essere principalmente un divertimento e non un continuo piegarsi alle leggi del “facciamo quello che va di moda”.

5) "Yattafunk Sucks" dovrebbe essere il vostro debutto. Potete descriverne la genesi, il processo di songwriting, le tematiche affrontate?

L’album è un insieme di idee dissacranti e fuori dal comune. Slap selvaggio, drumming prepotente, chitarre potenti, tutto intervallato da incursioni blues, jazz o classic rock. I testi sono completamente folli, vogliono solo far ridere, non devo insegnare niente a nessuno con gli Yattafunk. 

 
6) Vi siete già esibiti dal vivo? In un vostro video, dove vi si vede al completo, c'è un gioco di luci prismatiche colorate, che turbinano nel buio. 



Pensate di riproporre quell'effetto particolare, non così sfruttato in ambienti metal, anche dal vivo?

Abbiamo suonato tantissimo, ora siamo fermi. Stiamo riorganizzando le idee e parte della line-up, come detto qualche riga sopra, la legge di Murphy è costantemente alle calcagna. Nel video, dal vivo e più in generale vorrei dare l’idea di essere una band teletrasportata negli anni ’70 che fa metal più o meno moderno. 

 
7) Concludete a piacimento la nostra intervista!

In questo momento, come detto, stiamo riorganizzando un pò le idee e nel frattempo io e mio fratello (Arnold Funkenegger) abbiamo in piedi anche un altro progetto alternative metal in italiano, L’ORA X, ed è appena uscito l’album. Ma torneremo presto anche come Yattafunk, Murphy non vincerà! Grazie a chi ha dedicato due minuti del suo tempo alla lettura di questa intervista e a tutta la redazione che ci ha dato questa opportunità, let’s funk! Veniteci a spiare sulle nostre pagine ufficiali Facebook. www.facebook.com/yattafunk